La Villa Passerini in Poggio ai Merli è una dimora storica ADSI situata nella via di Giogoli che sale verso la volterrana da Scandicci, antica strada che porta al Galluzzo e a San Casciano Val di Pesa fino a Volterra (Pisa) passando tra i paesaggi più belli e intatti della Toscana. 


Si incontra sulla sinistra salendo l'irta via, nascosta tra gli antichi cipressi, la Villa Passerini detta in Poggio ai Merli per distinguerla dalla vicina e più imponente Villa Passerini di Scandicci alto detta anche Villa le Rondini, oggi trasformata in un grande condominio.


Antichissima dimora adagiata su un dolce declivio alla sommità di un poggio tra gli ulivi che lambiscono Firenze, Villa Passerini in Poggio ai Merli è una tra le molte belle dimore nobili che impreziosiscono le prime colline fiorentine. La Villa fu eretta nel 1450 da Bartolomeo Scala Segretario della Repubblica Fiorentina passò poi alla Famiglia Vitelli, nobili castellani e alleati politici dei Medici dei quali Vitelli, nell'antico soffitto ligneo a cassettone affrescato nel salone della villa, guardando con minuziosa attenzione, si può ancora ammirare lo stemma gentilizio di questa antica famiglia raffigurato da una scacchiera bianca e rossa. Sempre nel soffitto del salone si possono ammirare gli stemmi gentilizi appartenuti alle famiglie che nel corso dei secoli si sono avvicendate nella villa, come gli Strozzi di cui si distingue con cadenza regolare nelle pitture medievali delle formelle, la raffigurazione della mezza luna che rappresenta il blasone di questa potente e nobile famiglia di banchieri Fiorentini. In testata sia all'ingresso sia all'uscita del giardino della villa, sempre sul soffitto ligneo decorato nel salone principale, si può invece notare lo stemma dei Vitelli inquartato con quello degli Strozzi a cui probabilmente una delle nobili fanciulle si unì in matrimonio per dimorare in questo suggestivo edificio. Dopo i Vitelli passò a gli Altoviti e ai Conti Passerini nel 1880.


Inoltre, come a volerci far capire che questa villa dalle linee semplici e austere si è trasformata nel corso dei secoli da casa da Signore in un imponente casino di caccia e fattoria, ci è dato saperlo dalle innumerevoli raffigurazioni di uccelli autoctoni inserite nelle formelle decorate nel soffitto del salone principale, dove i merli e altre specie sono raffigurati con una tale dovizia di particolari da farci riconoscere, ancora oggi, nonostante siano trascorsi diversi secoli, senza esitazione alcuna, quella o l'altra specie ornitologica.


Nel 1492 la Signoria di Firenze subì, con la morte di Lorenzo il Magnifico e la sua "politica dell'equilibrio" fra gli Stati, un grave tracollo culturale, politico ed economico, cui fece seguito l'insorgere dello spirito repubblicano capitanato dal frate domenicano Girolamo Savonarola.  Così Piero de' Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico, data la grande stima e fiducia che nutriva in essi, affidò proprio ai fratelli Paolo e Vitellozzo Vitelli, abili condottieri e reputati tra i massimi esperti nelle arti militari, l'ardito compito di ripristinare in Toscana lo Stato Regionale Principesco.


Da una attenta analisi storica compiuta, non risulterebbe improbabile che la Villa Passerini in Poggio ai Merli, già Villa Vitelli, popola proprietà Scala fosse stata trasformata sotto dirette indicazioni di Vitellozzo Vitelli, il quale la volle conforme ai canoni architettonici del Rinascimento, posizionandola come avamposto militare in zona strategica rispetto alle principali vie di comunicazione quali: Firenze, Volterra, Siena e Pisa.


Verso la fine del '700 la Villa giunse in dote agli Altoviti Sangalletti , altra nobile e potente famiglia fiorentina che già dal 1192 ricopriva numerosi incarichi politici, tra cui Senatori, Gonfalonieri, Cavalieri di Giustizia, Gran Cancellieri, Balì, Buonuomini e Consoli.

All'abate Giovanni Altoviti di cui si può ancora oggi ammirare nel salone della villa il raro busto scultoreo, viene dato il merito della costruzione della piccola cappellina di fronte all'antico pozzo nella corte della Villa, dove all'entrata si può ancora scorgere degli Altoviti, l'antico stemma in pietra raffigurante la Lupa rampante. L'importanza storico- politica della Famiglia Altoviti è testimoniata anche dalla presenza del loro stemma nella chiesa di S. Croce, nella chiesa dei S.S. Apostoli, nella chiesa di S. Maria Novella e nel museo Stibbert.


Dagli Altoviti, nel 1880 la villa e tutte le proprietà nel raggio di alcune centinaia di ettari passerà di proprietà per atto di acquisto al ricchissimo ed appena ventenne Conte Napoleone Pio Passerini, fu Pietro, Gran Balì dell'ordine dei Cavalieri di Santo Stefano di Cortona (AR), famiglia di nobilissima e antichissima stirpe, discendente del grande mecenate d'arte Cardinal Silvio Passerini da Cortona, scopritore e indiscusso protettore di letterati e artisti del calibro di Andrea del Sarto , Raffaellino del Garbo, Pietro Berrettini da Cortona, Guillome dé Marcillat e tanti altri che hanno fatto grande l'arte del Rinascimento.


Da notare che lo stemma gentilizio originale della famiglia Passerini ramo Cortonese, raffigurava fino al 1514 un bue eretto su un monte roccioso poi interpretato in vari modi nel corso dei secoli dai vari rami della famiglia. Nel 1514 quando Giovanni De Medici, divenuto Papa Leone X durante un suo lungo viaggio partito da Roma verso la Francia si fermò a Cortona per celebrare con grande risonanza la sua grandissima amicizia con il Cardinale Passerini e per rimarcare durante questo straordinario evento la stima e l'affetto che legava tutto il casato Granducale al fedelissimo amico (fratello naturale..!?) Cardinal Silvio Passerini. In quella occasione (riferiscono gli storici)Papa Leone X volle gratificare e onorare pubblicamente il Cardinale al tal punto di concedergli di rappresentare nel proprio stemma le sei palle Medicee, racchiuse in un triangolo d'oro così come  ancora  oggi è perfettamente rappresentato in antica pietra serena sulla facciata principale della Villa Passerini in poggio ai Merli questo straordinario blasone che  in  questa pagina in trasparenza se ne può ammirare la semplicità ed eleganza. 


Contestualizzando il nobile gesto in considerazione della potenza politico-economica dei Medici in quegli anni, nonché lo strapotere pontificio esercitato da Giovanni Medici Papa Leone X, si può ben immaginare la grandiosità della portata politico-sociale che tale concessione avrebbe scaturito per il Cardinale Passerini e per tutta la sua genesi dal 1514 in avanti, quando per forza di cose, il triangolo mediceo costrinse il bue rampante dell'antico stemma Passerini, forse anche per motivi di spazio grafico a coricarsi sotto di esso.


Alcuni storici, con non poca malizia sostennero nel corso degli anni che il bue si fosse coricato sotto l'arma medicea per manifestare la raggiunta agiatezza della famiglia Passerini in segno di status, di affermazione e prestigio, di smisurata ricchezza raggiunta proprio grazie all'affetto di Papa Leone X che trasferì al Cardinale Silvio Passerini, ingentissime ricchezze quali terre per oltre 10 mila ettari, palazzi, tenute, ville e opere d'arte e molti dei beni e tesori espropriati con la forza alle famiglie ribelli avverse al potere pontificio, tra cui più di tutti spiccavano i ricchissimi Baglioni dell'Umbria che non vollero mai sottomettersi all'autorità ecclesiastica.


Da allora, circa tre secoli di storia dopo, il ramo del Cardinale giunge ancora ricco e vigoroso fino al Conte Senatore Prof. Napoleone Pio Passerini , fù Pietro, Agronomo e botanico di chiara fama internazionale, studioso devoto del Targioni Tozzetti, stimato e apprezzato dalla comunità scientifica anche per aver selezionato la razza Chianina nelle sue fattorie di Scandicci e Bettolle in Val di Chiana, oltre ad aver personalmente studiato e scoperto nei suoi laboratori di chimica di Scandicci Alto, l'utilizzo dei fermenti come il metabisolfito di potassio, disinfettante e stabilizzante nella vinificazione, tutt'ora in uso anche nelle cantine più blasonate del mondo.


Fondatore e proprietario dell'Istituto Agrario di Scandicci Alto, che ha formato i primi tecnici agronomi dopo la riforma della mezzadria, uomo mite e gentile di nobilissima stirpe cortonese, figlio del ricchissimo conte Pietro, Napoleone Pio Passerini Senatore del Regno nell'effimero parlamento Toscano, nasce a Firenze il 23 marzo del 1862 e passò quasi tutta la sua vita a Scandicci, dove all'interno della sua splendida Villa le Rondini, distante alcune centinaia di metri da Villa passerini in Poggio ai Merli, fondò il primo Istituto tecnico di Agraria del paese.


Coltivò due grandi passioni, la caccia e la pesca.


Uomo dal carattere riservato, sentì sempre i doveri e le responsabilità del cittadino e ricoprì numerose cariche pubbliche: fu per molti anni Sindaco di Scandicci, Consigliere Provinciale di Firenze e, a quarant'anni fu nominato Senatore del regno.


Nel 1882 il Conte Napoleone Passerini appena ventenne, fece il primo corso pratico ai contadini delle sue fattorie di Scandicci nei poderi di Villa le Rondini e Villa Passerini in Poggio ai Merli che si trovano in Giogoli a poche centinaia di metri dall'Istituto Agrario di Scandicci Alto.

L'opera del Conte Napoleone Pio Passerini nell'insegnamento non si limitò alla Scuola di Agraria di Scandicci da lui fondata: nel 1894, ottenuta la libera docenza in industrie agrarie all'Istituto superiore Agrario dell'università di Pisa, svolse un corso libero presso quella facoltà.


Nel 1923 fu nominato, in seguito a pubblico concorso, professore ordinario di Agronomia e Agricoltura e, per alcuni anni, resse anche la direzione di quell'istituto superiore.


Solo nel 2017, trascorsi circa 60 anni dall'ultima proprietà Passerini, la Villa Passerini in Poggio ai Merli che fu dal Senatore Passerini donata all'amato figlio Dott. Lapo, docente di agraria presso l'avito istituto, ritornerà per atto pubblico d'acquisto all'ultimo pronipote del Conte Napoleone Passerini, Alessandro che assieme ai figli Lapo Lorenzo e Federico Guelfo provvederà coi propri mezzi all' impegnativo ripristino della tenuta, da Villa  ad antica fattoria medicea.



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